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I principi sanciti nella legge sul divorzio del 1970 sono stati profondamente segnati dal d.l. n. 132/2014, che ha introdotto la possibilità di un divorzio stragiudiziale, e dalla l. n. 55/2015, che ha introdotto il cosiddetto "divorzio breve". Il legislatore del 2014 e del 2015 ha lasciato in vigore gli artt. 1, 2, e 3 della l. n. 898/1970, svuotandoli però di qualsiasi significato e contraddicendo il fondamento razionale a cui erano ispirati. Anche spostando lo sguardo dai presupposti del divorzio ai suoi effetti nei rapporti patrimoniali fra i coniugi, si può constatare che i principi affermati nella legge del 1970 non trovano più riscontro nella prassi quotidiana dei nostri tribunali. Infatti, mentre una giurisprudenza costante afferma che il parametro per il riconoscimento dell'assegno divorzile è il tenore di vita matrimoniale, l'interprete non tarda a rendersi conto del fatto che esiste una frattura fra i principi astratti affermati dalla giurisprudenza e gli esiti concreti della loro applicazione. Una riflessione sulla natura del divorzio è dunque quanto mai attuale. Il volume, infatti, analizza il nuovo istituto nel tentativo di individuare le regole concrete che ne animano la vita al di là - e talora in contrasto - con le affermazioni formali ancora scritte nella legge e nelle massime della giurisprudenza di legittimità.